martedì 22 aprile 2014

Un ricordare generico

Mi sento come nel mio sogno ricorrente di sempre: investita da una gigantesca onda in riva al mare. Talmente alta che non ci si può fare niente. E non vedi altro che acqua che ti sta per cadere addosso ma non è che ti sposti.  Rimani sulla riva, sotto quella torre di acqua ed un attimo dopo sei un tutt'uno con il mare e ti sembra quasi di soffocare e allora ti svegli.
Non ho mai sognato di più. Non lo so cosa viene dopo. C'è vita dopo l'onda?

Mi è mancata Pasqua con i parenti. Se prendi i miei e li mischi ad un insieme di n parenti, con n>3 (non facciamo insieme risicati!) di quelli definiti stretti e magari simpatici e che ti vogliono bene perché sono abituati a vederti più di nove volte l'anno (astenersi zii di terzo grado che non aspettano altro che metterti una mano sulla spalla a non so quale funerale per poi dirti <Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno>) allora ne esce fuori addirittura un momento piacevole. La mancanza di questo piacevole momento di insiemistica intimista, vuoto e totalmente isolante mi ha fatto ricordare. Un ricordare generico.

Gli errori dei genitori ricadono sui figli. A volte e se sei sfortunato. In alcuni casi ti ci puoi giustificare una vita intera con questa asserzione. Ma non basta a mandare via l'irrequietezza. Dove la mettiamo l'angoscia che sento oggi? Non mi fa respirare e mi causa tachicardia. Kierkegaard fa sembrare l'angoscia una cosa bella: sentimento del possibile, la condizione esistenziale generata dalla vertigine della libertà, generata dalle infinite possibilità dell'esistenza. Le infinite possibilità sono una cosa bella. La fregatura è che paralizzano. Sono una finta cosa bella, quindi. E non ci si può fare niente contro l'angoscia: ce l'abbiamo tutti e ce la dobbiamo tenere ed alcuni di noi possono anche provare a giustificarsi con la storia dell'infanzia difficile, gli errori dei genitori con cui fare i conti e bla bla bla ma non risolveranno niente. Mi terrò l'angoscia e continuerò a stare sulla riva ad aspettare l'onda che è una cosa bella in fondo. Non fa paura come l'angoscia. L'onda non paralizza mica! Tutto il contrario.
Vuoi vedere che ha ragione Guy de Maupassant e davvero non ne capiamo niente? Certo però che brutta fine che ha fatto.

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