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mercoledì 30 ottobre 2013

Quando?

Quand'è che una ragazza diventa donna? O un ragazzo uomo?
Se lo chiedessi a mia madre probabilmente direbbe quando ci si sposa o si fanno dei figli. Io invece ci ho pensato senza arrivare ad una soluzione. E' una domanda difficile e forse non esiste una risposta universalmente valida, quindi inutile scervellarsi!
Per alcuni è solo una questione di età ma ammetterete che è una spiegazione piuttosto vaga e carente (c'è forse una precisa età in cui ci si può dire donna? che so, i vent'anni? o magari i trenta? i trentadue? come posso quantificare questa famigerata età? va calcolata in base a peso e altezza???)
Che la trasformazione coincida con la comparsa, in femmine e maschi, dei caratteri sessuali secondari è indubbiamente infondato: non si può certo parlare di donna e uomo a dodici o quattordici anni! Mmmm.. no, non ci siamo.. 
Alcune persone sono dell'idea che si diventi donna e uomo quando si raggiunge una certa maturità e responsabilità. Maturità e responsabilità. Mai parole furono più vacue per le mie orecchie. Maturità e responsabilità. Non mi convincono affatto. Anche il dizionario fatica a dare una precisa definizione dei due termini, e se fatica lui figuriamoci io! Se si affida lo stesso compito ad un bambino di dieci anni e ad un adulto di quarantadue (che so, lavare il cane) probabilmente lo faranno entrambi con la stessa maturità e responsabilità (entrambi useranno acqua e sapone, laveranno il cucciolo con cura e poi lo asciugheranno con un telo)! Certo ci sono compiti che difficilmente un bambino può eseguire, ma lì torniamo alla questione dell'età.. 
Altri identificano nell'acquisizione dell'indipendenza il momento in cui si diventa donna o uomo, ovvero quando si agisce secondo la propria volontà e autonomia. Mi piace, anche se mi sembra utopistico.. è davvero possibile essere indipendenti da tutto e tutti e fare sempre e solo ciò che si vuole? Non è forse vero che il compromesso è una parte considerevole dell'età adulta? Parliamone e troviamo un accordo!
Nel frattempo credo che la migliore risposta alla domanda <Quand'è che una ragazza diventa donna?> sia: <Alle 21:30, di martedì>

giovedì 27 giugno 2013

Del caldo ed altri tormenti

Il caldo asfissiante e disidratante della scorsa settimana sembra passato ed è arrivato un freschetto subdolo che fa raffreddare, etciù! 
Questa casa era diventata un forno, e dire che il forno nemmeno ce l'ha.. è talmente piccola che in cucina non è entrato! Finalmente ci si può di nuovo vivere, cucinare, dormire la notte. Non si sente nemmeno più il lamento del gatto che si struggeva d'amore. Il povero micio miagolava giorno e notte senza darsi pace, cercando disperatamente di attirare l'attenzione di qualche femmina. Possibile che non si trovasse più una femmina nel quartiere? Dove saranno finite tutte le gatte del circondario? Alla fine deve averne trovata una o forse ha semplicemente cambiato quartiere in cerca di maggior fortuna. Meglio così, per entrambi. Il suo lamento mi faceva stare male, mi dispiaceva per lui ma non sapevo come aiutarlo.. purtroppo non avevo amiche da presentargli! 
Il micio in calore e il calore climatico mi hanno lasciato per giorni inerte e prostrata (anche la pressione bassa ci ha messo il suo zampino!) così, mentre me ne stavo esanime sul letto, mi sono ritrovata a meditare su fatti accaduti nei giorni precedenti. Prima di tutto ho tamponato un cassonetto dell'immondizia con una macchina non mia (sigh!) e ho abbozzato e rigato tutta la fiancata destra (sob!).  Non me ne capacito.. non è possibile che ho tamponato in un modo così cretino, girando dal vialetto di casa sulla strada principale! Sono più che certa che quel coso si sia mosso! Poi, una volta toccato l'angolo del cassonetto, non è che mi sono fermata e sono tornata indietro per rifare la manovra e limitare i danni.. NO!!! io ho continuato a girare per distruggere per bene la fiancata, pensando "Vabbè, ho toccato appena appena!".
Freud dice che è colpa dell'inconscio: tutto ciò significa che voglio entrare a fondo nelle cose o che perlomeno ci sto provando.. Freud, ma dico, ti sei ammattito? Non sarà colpa del caldo che mi ha rimbambito e accecato? Che c'entra l'inconscio con la mia incapacità e con un cassonetto grosso e nero? Freud direbbe che il cassonetto grosso e nero c'entra e come.. argh..
A parte l'incomprensibile inconveniente, ultimamente ho avuto delle piacevoli manifestazioni di affetto da parte di persone che, in futuro, potrei quasi definire amici. Io sono abbastanza negata con l'amicizia. Ho avuto amiche in passato, amiche molto strette e a cui volevo un gran bene ma le ho tutte perse, per errore mio di solito. Faccio sempre qualche cazzata che rovina tutto. Più che altro non dico.. Fatto sta che l'amicizia mi lascia un poco diffidente e che sono davvero pochi quelli che posso definire amici. La maggior parte sono conoscenti o colleghi, parlare di amici mi sembra esagerato. Non sono brava nei rapporti sociali. Eppure c'è chi vorrebbe essermi amico e conoscermi meglio.. la cosa mi spaventa e mi rende sospettosa,  oltre a farmi anche piacere, ovvio. Sono combattuta tra dare una possibilità a chi mi tende la mano e fuggire via. Sembro uno di quei gatti randagi, spelacchiati e affamati, che rimangono a distanza dallo sconosciuto che gli offre dei croccantini, indecisi se fidarsi o piuttosto rimanere a stomaco vuoto e filarsela. Un gatto guardingo ma tentato. 
Possibile che lo sconosciuto in cambio di cibo voglia solamente carezze e fusa? Si può addomesticare un gatto forastico? Miao..

venerdì 25 maggio 2012

Troppi pensieri per una sola MEnte

Oggi i miei pensieri devono prendere il numeretto.

La scena inizia al buio. Una luce pian piano illumina un palcoscenico molto spoglio. Le pareti sono nere, così come il pavimento. Sulla parete destra c'è una porta bianca, consumata e dall'aspetto malandato. Sulla parete centrale, invece, c'è un altoparlante grigio, unico arredo della stanza.
Una voce metallica esce dall'altoparlante:

Mente: <Serviamo il numero uno >

Si apre la porta ed entra Pensiero A

Pensiero A: <Eccomi.. sono io il numero uno! Vorrei sapere...>

Entra Pensiero B interrompendo Pensiero A

Pensiero B: <Un momento, c'ero prima io! lei di sicuro ha il numero due perché l'uno ce l'ho io!>

Pensiero A (indispettito): < E no mio caro, anche io ho il numero uno!>

Si avvicinano per guardare l'uno il biglietto dell'altro. Nel frattempo entra correndo Pensiero c

Pensiero C (trafelato) : <Scusate hanno già chiamato il numero uno?>

Pensiero A e B: <Anche lei ha il numero uno??>

Pensiero C annuisce sorpreso

Pensiero A: <E' ovvio, signori, che ci troviamo di fronte ad un errore non dipendente da noi. Senza dubbio la macchinetta che eroga i numeri ha subito un guasto>

Pensiero C: <Per caso abbiamo tutti lo stesso numero?>

Pensiero A e B annuiscono

Pensiero C: <Una bella seccatura..>

Pensiero B: <Suvvia, non mi sembra il caso di farne un dramma! Mi pare di vedere che qui siamo tutti pensieri civili. Non sarà difficile trovare un accordo>

Pensiero A (con sufficienza): <Per me posso garantire di essere un gentiluomo>

Pensiero C (freddamente): <Anche io posso garantirlo riguardo me stesso>

Pensiero B: <Bene allora, se non vi dispiace, andrò prima io!>

Pensiero A: <Un momento.. sono io ad essere entrato qui per primo, non vedo perché debba essere lei...>

Pensiero B: <Io sono decisamente più importante di voi. Ed ho anche preso in mano la situazione, dimostrando tutta la mia risolutezza>

Pensiero C: <Questo non dimostra nulla. Io sono il più urgente. Sono addirittura venuto di corsa!>

Pensiero A (visibilmente alterato): <Ma non siate ridicoli! Io sono qui da tempo immemore. Ero qui da molto prima di voi. Ero qui quando voi non eravate ancora stati pensati. Ma che dico, pensati! Non eravate stati neanche lontanamente immaginati!>

Pensiero C: <Signori.. Non possiamo risolvere la questione civilmente?>

Pensiero B: <E come? pensa di poter decidere lei per tutti e tre?>

Pensiero C: <Non ho certo detto io, non meno di due minuti fa, (schernendolo) "Se non vi dispiace andrò io!">

Pensiero B: <Ah.. ora si prende anche gioco di me..>

Pensiero A: <Non per difendere nessuno, ma ha iniziato lei!>

Pensiero C: <Mi so difendere da solo, e comunque non aspetterò voi due solo perché sono arrivato per terzo. Anch'io ho un biglietto numero uno!>

I tre iniziano a parlottare animatamente. Fanno un gran baccano. I loro discorsi sono confusi, si riescono a capire chiaramente soltanto poche frasi e parole qua e là.
La voce dall'altoparlante li interrompe e riesce ad azzittirli.

Mente: <Signori Pensieri! Per favore, mantenete la calma! (amareggiato) Volevamo rispondere ad ognuno di voi, dedicarvi il tempo che meritavate.. e voi vi azzuffate per chi deve essere il primo! Non siete riusciti nemmeno a mettervi d'accordo su chi fosse il più urgente tra voi. Se avete ricevuto un numero uno è perché siete tutti e tre ugualmente importanti per noi. Ci aspettavamo una certa collaborazione ed altruismo da parte vostra.

I Pensieri ascoltano immobili, spaventati e con aria colpevole

Mente (severo): > Come possiamo rispondere ai vostri interrogativi se vi sovrapponete in questo modo? Non abbiamo capito nulla! Non possiamo riflettere in queste condizioni! Basta! Siamo costretti a rimandarvi a domani! E domani, cercate di avere le idee più chiare, altrimenti saremo costretti a rimandarvi ancora ed ancora ed ancora..>

La luce si attenua sempre di più fino ad avere il buio, poi si chiude il sipario. Fine.


Scrivere non fa stare meglio. Però mi piace. Dà quel benessere effimero, che dura giusto il tempo di un post. Lo stesso effetto che fa mangiare del cioccolato. Fondente.