venerdì 19 giugno 2015

Il cuore dei gamberetti

Oggi sull'autobus una signora mi ha pestato il piede.
E' stato doloroso. 
Lei sembrava la mia custodia e sarà pesata almeno 100 chili. Ma anche fosse stata un fuscello di 28 chili appena non sarebbe stato comunque piacevole. E' stato doloroso e lei l'ha notato. Probabilmente dal mio gemito o dalla mia faccia contratta in una smorfia. O semplicemente per aver sentito del morbido sotto le sue scarpe. Ma invece di dire <Mi scusi> come immagino chiunque si sarebbe aspettato, perché è normale chiedere scusa, anche quando fai male a qualcuno senza volerlo, lei ha detto: <Eh! ma lei indossa dei sandali per andare sull'autobus!> !!!
Come se esistesse un decreto legislativo che regola l'uso delle calzature sui mezzi pubblici! Sandali: bollino rosso. Infradito: assolutamente vietati. Open toe tacco dodici e platform: fate immediatamente scendere dall'autobus quella scellerata e MULTATELAAAA!
Il mio piede se ne stava tranquillo sulla piattaforma instabile di un mezzo in movimento. Non dava fastidio a nessuno. Voleva solo fare il piede. Ed è stato schiacciato. Ok, è stato involontario, una casualità poco fortuita che nessuno poteva prevedere. Ma è accaduto e sarebbe stato carino sentirsi dire <Mi scusi, non volevo>. Avrei sorriso e detto a mia volta: <Non fa niente, capita> E tutto sarebbe stato come prima. Perché è vero, capita a chiunque. Tutti, prima o poi, possiamo ritrovarci ad essere un piede o l'altro. Ritrovarci nelle scarpe dell'altro. 
A sentire la signora, però, il mio piede non era abbastanza protetto. Non era abbastanza fortificato. Il mio piede era inadatto al bus. 

Pare che i gamberetti abbiano il cuore nella testa. Ecco, io credo di avere in cuore nei piedi. Del resto ho i piedi grandi. Mi hanno spezzato il cuore sul bus. Pestato e ammaccato. Ma quando sono tornata a casa ci ho pensato. Forse davvero se hai il cuore nei piedi devi andare in giro con le scarpe da ginnastica o con gli anfibi. Oppure devi imparare a reggere il peso. E io so che ce la posso fare a reggere qualsiasi peso! Ho i piedi forti. Altrimenti sull'autobus c'è il rischio di farsi male ad ogni fermata.

Ci ho pensato e ho capito che mai si dovrebbe mandare a quel paese chi si vuole bene. Non ci sono scuse. E' un'assurdità. Ora questo può sembrare che non c'entri molto con la storia dell'autobus, che davvero è accaduta così come l'ho raccontata, ma forse quell'episodio mi ha fatto pensare ad altro. Al poco tatto che a volte si riserva proprio a chi vogliamo più bene. E gli diciamo <Eh! ma tu non mi hai sostenuto> Invece di dire <Scusa, mi sono comportata in modo assurdo e ingiustificato. Perdonami, non ti farò mai più male>

Sono tornata a casa, ci ho pensato e ho comprato un biglietto aereo per una città in cui non lo so se c'è ancora qualcuno che mi aspetta. Non lo so se ho rovinato tutto. Però parto uguale. E cammino. In avanti, eh! mica come i gamberi!