venerdì 15 giugno 2012

La leggerezza del meteorite

Si, mi sento più leggera.
In queste settimane stare a casa è stato rilassante quanto tuffarsi in una vasca infestata da piranha in preda a fame chimica. Però mi sento meglio. Ho scoperto che per trovare lavoro avere una laurea in medicina serve quanto una bella messa in piega. A meno che non si voglia fare il medico, ovviamente. In quel caso una bella messa in piega è necessaria. Pazienza, sono tranquilla. Ho sempre pensato che nella vita qualcosa avrei fatto, un lavoro lo avrei trovato. Non sono spaventata. Ovvio! Non ho idea di cosa significhi pagare l'affitto, pagare le bollette, fare la spesa. Almeno per ora. La mia totale mancanza di concretezza potrebbe anche essere un bene. Si, ma solo per ora. Dovrei anche capire come valutare questo "ora". E' un avverbio di tempo che ho sempre sottovalutato. Come se il futuro o il passato fossero più importanti, come se non fossero solo un insieme di ora. Lo sapevo che mi sarei dovuta impegnare di più nel costruire quella macchina del tempo. Mi sono limitata a farci un tema con tanto di disegno in quarta elementare. Un'altra delle cose che ho lasciato in sospeso, un altro progetto rimasto sulla carta. Peccato, sarei potuta tornare indietro nel tempo e rendere ora diverso da ora! Farò a meno anche di questo. Sono ingenuamente ottimista. Ottimista e insicura, pessima accoppiata. Penso che qualcosa nella vita farò, qualcosa che mi piaccia intendo, ma ancora non so cosa sia. Mi sembra di essere brava solo in cose con cui è difficile camparci. Si, lo so che oggigiorno è difficile campare con qualsiasi lavoro. Colpa dell'euro signora mia e del buco dell'ozono.
Ma soprattutto colpa mia. E delle infinite possibilità che mi paralizzano.

Paura del fallimento. Ti so affrontare se non si tratta della vita vera. La vita vera mi frega sempre. E' la mia nemesi. Se non sono un supereroe è colpa della vita vera. E' accaduto nel novembre del 2003. Ero a San Francisco e sono andata a visitare l'Exploratorium, ovvero il museo della scienza. In una delle sue  numerose sale mi sono trovata davanti un gigantesco meteorite, uno di quelli caduti sulla Terra in non so che anno e luogo. Il meteorite mi ha attirato a sè con forza, ipnotizzandomi come una sirena. Sentivo nella mente il suo richiamo e non potevo far nulla per contrastarlo. Ho provato a resistergli ma ogni mio sforzo è stato vano. I meteoriti sanno il fatto loro. Dovevo toccarlo, dovevo! Sebbene il cartello lo vietasse, dovevo toccarlo. Del resto il cartello me lo vietava in inglese e a quel tempo il mio inglese era perfino peggiore di adesso. Dovevo toccarlo nonostante il divieto, nonostante la piccola transenna che lo circondava e nonostante l'attenta sorveglianza del personale di sala! Ero troppo curiosa ed attratta dal fascino oscuro di quell'ammasso di roccia, metalli ed essenza ipergalattica. Così, sperando di non essere vista, ho iniziato ad avvicinare l'indice della mano destra al meteorite, come in trance, e proprio quando stavo per toccarlo, a pochi millimetri dal contatto, un lampo azzurrognolo partito da quel gigante stellare ha raggiunto il mio dito e da lì ha attraversato tutto il mio corpo. Ho preso la scossa dal meteorite! Una scossa extraterrestre! Elettrizzante.
Potrebbe essere un ottimo inizio per un fumetto o libro sui supereroi. Solo che la scossa la renderei molto più eclatante, con la protagonista che viene pervasa da una corrente di energia e si solleva inerme da terra circondata dal una luce azzurro-argentata che illumina tutta la stanza. Ovviamente in quel momento la stanza del meteorite è deserta e nessuno vede ciò che sta accadendo. Quando la protagonista tocca finalmente terra i suoi vestiti sono a brandelli mentre lei è ancora carica di elettricità e dal suo corpo si propagano dei piccoli lampi di energia. E' nata una nuova supereroina.
Nel mio caso non è successo. Colpa della vita vera, appunto. Ho sperato per giorni che quella scarica e quel nostro contatto mi avesse fatto acquisire dei superpoteri, ma così non è stato. A me non è cambiato nulla. A quanto raccontano, però, il meteorite da allora è diventato molto insicuro e parecchio ottimista.


1 commento:

  1. Anch'io sono ottimista e un po' insicura. Ricordo perfettamente che dopo la laurea mi sembrava di toccare il cielo con un dito, seguito poi da un lungo periodo di confusione su cosa fare per davvero. Mi sono resa però conto che "Non è mai troppo tardi per essere quello che vuoi essere", come recita il titolo del mio ebook in vendita su https://payhip.com/missdreamer

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