sabato 14 aprile 2012

Un blog è come una pianta

Un blog è come una pianta. Ci devi parlare per farlo crescere.
Quindi eccomi a parlare col mio blog. Che poi è un pò come parlare da sola.
Pare che faccia bene anche alle persone parlare da sole. Conosco un tale che a forza di parlare da solo è cresciuto di ben 16 centimetri. Poi ha smesso, altrimenti avrebbe faticato a passare attraverso le porte. Sua moglie glielo ha rimproverato per anni. Non sopportava l'idea di non essere la confidente del marito. Lui per 9 anni aveva parlato con se stesso e lei la riteneva un'offesa, una mancanza di fiducia e di rispetto nei suoi confronti. Quel tale ha cercato più volte di giustificarsi, senza però ottenere risultati. Il suo matrimonio era ormai in crisi. Per un periodo è tornato ad abitare dalla madre. Ha cambiato lavoro e ha iniziato a giocare a pallacanestro. Alla fine la moglie lo ha perdonato, ma solo dopo averlo tradito con un altoparlante impiegato in un centro commerciale. Per quanto ne so, da allora stanno ancora insieme. E lui non parla più da solo. Nemmeno quando è solo.

Ieri è arrivata una lettera per me. Mi piacciono le lettere cartacee, le puoi odorare e toccare e io adoro toccare e annusare la carta. I libri e le riviste sono i miei preferiti. Sanno di buono. Vado in libreria e passo la mano sulle copertine dei libri. Ne apro uno e lo annuso. Chiudo gli occhi e immagino una storia. A volte non c'è bisogno di leggerli per sapere di cosa parlano.
Un pò come la lettera di ieri. Bastava sentire la carta per capire che non sapeva di buono. Era lì a ricordarmi che ora sono iscritta all'albo e che quindi dovrei fare il medico. Dovrei. La lettera è ancora qui, chiusa. Fino a quando non la apro non ha potere su di me.
(Qui ci starebbe bene il rumore di una risata malvagia, da strega. Una sorta di mhuuuuahahahah o buahahahahaha. Ho visto che in questo blog si possono anche inserire foto e video ma ancora non ne sono capace. Cercherò di imparare! Per ora immaginatevi una scena del genere: una telecamera che inquadra il cielo attraverso i vetri di una finestra. Il cielo è cupo ed è quasi notte. Sta piovendo, rumore di pioggia. Si vede un fulmine, poi il rumore del tuono. La telecamera inizia a scendere piano e va ad inquadrare l'interno della casa. Sotto la finestra c'è una scrivania in legno di ciliegio, molto ordinata, con i suoi portapenne, il tagliacarte i fogli bianchi.. e lì in mezzo, sopra una cartellina di pelle nera, una lettera ancora chiusa. Inizia lo zoom sulla lettera, accompagnato da una tipica musica di tensione: la musica che fa un violinista pizzicando ritmicamente le corde del suo strumento con l'archetto. Continua lo zoom fino a quando non si legge il mittente della missiva: l'ordine dei medici-chirurghi. Ed è proprio in questo momento che si sente la risata malvaglia e fragorosa di cui parlavamo prima!)
Una lunga parentesi per spiegare lo stato d'animo legato alla lettera che sta sulla mia scrivania per niente ordinata e minimal. Finché è chiusa poco male. Non posso aprirla ora. E' sabato e ho finito il rossetto.

1 commento:

  1. Evviva ti ho ritrovata! Allora sono capace anche io di muovermi in questo labirinto mondiale! Per adesso ti dico solo ciao ma mi piacera' scriverti di nuovo perche' ho l' impressione che noi due abbiamo molti pensieri simili e mi piacerebbe scambiare qualche opinione e impressione con te.

    RispondiElimina